Piangono i cannoni

Tragiche notizie si incrociano in questi giorni. E' con vivo rammarico che pubblichiamo alcuni articoli apparsi ierlaltro, primo di settembre, sulle pagine di quel nobil foglio noto come Gazzetta Piemontese e che al Telegrafo chiamiamo affettuosamente il Cugin Piemontese. Notizie di sì grandi uomini d'armi che hanno calcato, sembra l'altro giorno, i campi di battaglia di mezz'Europa e hanno solcato i mari brulicanti di relitti affondati e che testé sono stati chiamati a dar battaglia tra le bianche distese celesti. A seguire poi un breve cenno sulle notizie provenienti da Livorno a riguardo della salute del generale Cialdini.


E' morto pochi giorni fa, in Odessa, il conte Alessandro Strogonoff all'età veneranda di 96 anni. Il conte Strogonoff era il generale più anziano della Russia, nominato a tal grado nel 1831 dallo tsar Nicolò I. Si trovava nell'esercito sin dai tempi di Alessandro I; nel 1813 e 1814 aveva combattuto strenuamente contro i francesi prendendo parte all'assedio di Parigi del 1815. D'altronde non vi fu guerra combattuta dalla Russia sino a quella di Crimea compresa, cui egli non abbia partecipato eroicamente. La fortuna però gli arrise, poiché non ebbe a riportare mai la più piccola scalfittura in tante giornate campali. Diresse il Ministero dogli interni nel 1839. Fu governatore militare di Pietroburgo nell'anno che precedette la guerra di Crimea. Dopo, copri altri altissimi posti, tra cui parecchi governatorati generali; fu al Consiglio dei ministri, contribuendo non poco alla liberazione degli schiavi. Era il cittadino più antico di Odessa, primo di grado fra tutti. Era in certo modo alleato alla famiglia imperiale, avendo suo figlio sposato morganaticamente la sorella di Alessandro II, Maria Nicolajewna, vedova del duca di Beauharnais. E la famiglia imperiale non disdegnava punto di riconoscere tale parentela, che, sebbene non ufficialmente, non v'era granduca russo che passando per Odessa non andasse a fargli visita e a riverirlo. Cosi pure i principi o ì grandi personaggi facevansi un pregio di presentarsi a quella nobilissima canizie. Un solo difetto aveva il conte Strogonoff tra le rare qualità della mente e del cuore: l'orgoglio e lo spirito di casta portati al più alto grado. Eccetto poche persone che gli ispiravano singolare simpatia, il mondo della gente stimabile cominciava per lui dallo teste coronate in su; ben pochi sono gli uomini i quali possano vantarsi di avere mai toccato l'altera sua mano, quantunque in rapporti intimi e famigliari con lui. Dicesi che il patrimonio da lui lasciato ammonti a parecchi milioni di rubli. I funebri che Odessa ha reso al suo primo cittadino sono riusciti, a quanto asseriscono i giornali locali, imponenti o oltremodo grandiosi. Odessa è tutta immersa nel lutto. 

Ieri, nelle ore pomeridiane cessava di vivere il vice-ammiraglio Augusto Ceva marchese di Noceto, nella grave età di 81 anno. Entrato giovinetto nella regia marina, all'età di 17 anni prese parte al fatto di Tripoli ed era l'unico ufficiale superstite di quell'epoca. Valente marinaro, si distinse sempre per zelo e capacità in tutto lo svariate incombenze affidategli. Fu segretario generale al Ministero di marina per parecchi anni; tenne poi il comando del dipartimento di Ancona, vi fondò un piccolo arsenale, che giovò grandemente alla squadra nel 1866. Già dal 1860 aveva organizzato la marina in Sicilia, impresa certo non facile in quel tempo. Da molti anni lasciato il servizio, viveva in Torino assai modestamente e ritiratissimo. Con lui va assottigliandosi quella nobile schiera di uomini che tanto contribuirono all'onore ed al credito della marina italiana.

L'illustre generale Cialdini ha passata la notte abbastanza tranquilla. Si è notato però un poco di indebolimento di forze e una insolita disappetenza. Però nulla vi è di allarmante, e su per giù si può dire che lo stato generale dello di lui condizioni di salute si è da qualche giorno mantenuto invariato.

Permettete una chiosa a queste strazianti notizie con l'accenno ad un piccolo aneddoto personale. Qualche lustro fa durante una vacanza in quel di Montecatini mi ritrovai incredibilmente seduto ad un tavolo in compagnia dei suddetti grandi militari che stavano facendo ritemprare le stanche membra fiaccate da mille battaglie, bevendo avidamente litri e litri di acque purative. Ebbene proprio in quella sera di maggio, se ben rimembro, io, il generale Cialdini, il russo Strogonoff e il vice-ammiraglio Ceva di Noceto, demmo luogo ad una delle più grandi partite a scopone scientifico che gli appennini toscani ebbero mai a vedere. Purtroppo essendo io, giovine giornalista insperto, in coppia col generale Strogoff che mal conosceva gli italici motti, essendo russo e quindi uso a quelli dei cosacchi, e costantemente distratto da un disgustoso piatto di manzo alla panna acida che si era fatto preparare dal suo cuoco da viaggio, fummo sovrastati dalla ferocia mostrata dal Noceto e dal Cialdini che ci batterono dodici volte di fila, concludendo l'ultima partita con sei scope, premiera, carte e pure napula al sei. Sono felice di aver perso quella battaglia al fianco di cotanti battaglieri!

Mastro Ciliegia e La Gazzetta Piemontese, 3 settembre 1891.

2 commenti:

  1. Anonimo18:31

    Devo dire che ho saputo con gran piacere della ripresa delle vostre pubblicazioni. La mia felicità è stata però grandemente danneggiata dalla lettura di codesto articolo. Mi sono quasi strozzato con bicerin a leggere della vergognosa condotta di Cialdini, un generale del regno, mi par di capire, che si è ridotto a giuocare a Scopone Scientifico. Mi chiedo io, trattenendo gli spasmi di rabbia, e dov'è finita la Peppa Tencia? Ci si può dir uomo d'onore o d'arme tradendo la Peppa Tencia? Son già tentato di fare coriandoli della vostra pubblicazione. Per fortuna a ridurmi a miti consigli è stato l'amico Gioachino Stampacchia.
    Vostro - grandemente offeso - Colonnello Tarambesio Fagioli, gran Masestro della Loggia della Peppa Tencia di Mondovì

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  2. Mastro Ciliegia20:01

    Egregio Fagioli, conosco bene la cosiddetta Loggia in realtà una combriccola di giocatori di quart'ordine. Il generale Cialdini mi confessò più volte che il suo più grande rammarico è stato quello di aver seguito la via perduta della Peppa in gioventù. Solo con la saggezza dell'età il grande Generale ha abbandonato quella disgrazia fatta di carte doppie e fortuna sfacciata ed ha abbracciato la perfezione scientifica dello scopone. In realtà io so per certo che la spinta decisiva gli fu data dalla lettura dell'opera "Scopone: il giuoco, la scienza." del matematico lughese Gregorio Ricci Curbastro. Resto a sua disposizione per difendere ovunque e in qualsiasi ora l'onore di quel grand'uomo che ora purtroppo è nel suo lettuccio livornese inerme come un vitellino.

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