Il giro del mondo che va a rovescio

Nel 1872 l'eccentrico ed irascibile scrittore francese Giulio Verne, creatore di mirabolanti avventure in mondi fantastici e sconosciuti, ha avuto l'ardire di pubblicare un libro intitolato Le tour du monde en quatre-vingt jours che raccontava della straordinaria impresa dell'aristocratico inglese Phileas Fogg. Il protagonista del libro per scommessa compie, assieme alla di lui servitù, un giro completo del mondo in 80 giorni navigando in battello, viaggiando in treno e persino volando a bordo di una mongolfiera. Ebbene non ce ne voglia Verne se dichiariamo in codesta sede che egli, in questo caso, non ha fatto tutto da solo in quanto l'impresa letteraria di Phileas Fogg era stata preceduta ed ispirata da quella reale compiuta due anni prima dall'americano George Francis Train, qui ritratto. Egli è un uomo d'affari alquanto eccentrico che, mettendo in pratica l'esperienza accumulata durante i suoi molti viaggi di lavoro per oceani e continenti, ha deciso di compiere questa strampalata impresa e di ripeterla nel 1880, abbassando il tempo del viaggio a 67 giorni.
Il destino del pianeta è ormai soggiogato dalle possibilità offerte dalla scienza e dalla tecnica e persino la cosiddetta "fuga in capo al mondo" rischia di rimanere solamente un vetusto modo di dire. Purtroppo le imprese reali di George Francis Train e quelle fittizie del Fogg verniano ispirano sempre più viaggiatori che utilizzano nuovi e più veloci mezzi di locomozione.
L'ultima di queste imprese è quella compiuta dall'americana Nellie Bly, al secolo Elizabeth Jane Cochran, una giornalista del New York World che due giorni fa è arrivata a Nuova York dopo un viaggio di 72 giorni attorno al globo terracqueo. Nonostante non abbia battuto il primato ottenuto dal Train, è comunque un risultato incredibile. Calcolando in maniera alquanto probabile una perdita di tempo dovuta alle consuete lungaggini femminili per il trucco, per le prove di abiti nelle sartorie e nelle cappellerie, per l'acquisto di ammennicoli vari nei negozi di cianfrusaglie, è plausibile sostenere che Nellie Bly avrebbe potuto arrivare a Nuova York almeno sette giorni prima, ottenendo così il primato.
Devo dire comunque, e non me ne voglia la nostra collaboratrice dall'Impero britannico Beba Stampatti, che facciamo già abbastanza sforzi a sopportare la presenza di donne giornaliste che vergano le pagine dei nostri storici giornali e non sentivamo certo il bisogno che una di esse andasse in giro per il mondo ventilando ai quattro venti una pericolosa ed innaturale indipendenza dell'essere umano femminile da quello maschile. Dove arriveremo di questo passo? Magari al diritto di voto alle donne. Altro che progressi scientifici, qua ritornano alla memoria le vergognose immagini classiche di Ippolita e le sue amazzoni, e se questo è il futuro allora siamo in pieno regresso.
Con codeste premesse, non me la sento proprio di condannare il comportamento di quel gruppo di cinquanta donne che, istigate da un frate carmelitano, il 24 novembre scorso hanno tentato di assaltare il vagone letto che ospitava la Bly durante la sosta del suo treno a Torino. Per la cronaca il gruppo di pie donne, perlopiù lavandaie e tessitrici della periferia torinese, sono state disperse dalle cariche di alcune pattuglie di Carabinieri a cavallo mentre il frate è stato arrestato.

Mastro Ciliegia, 26 gennaio 1890.

1 commento:

  1. Che impudenza questi yankee!! Scrivere nella loro lingua barbara al nostro giornale dove l'italico verbo viene coltivato con cura e devozione.
    Chissa cosa volesse dire poi con quel "auanagana wazz ammerigan". Non mi sembra di riconoscere codesta forma scritta tra quelle usate da Shakespeare nelle sue opere. Sarà un dialetto dello Yorkshire??

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